ACB e Socioeconomia

ANALISI COSTI E BENEFICI

L’Analisi Costi Benefici (ACB) è un metodo che serve a capire se un progetto pubblico porta più vantaggi che svantaggi per la collettività, confrontando tutti gli effetti positivi e negativi rispetto a uno scenario di riferimento (cioè la situazione che si avrebbe senza il progetto, chiamata “scenario di base”). Tiene conto non solo dei costi necessari per costruire l’opera, ma valorizza anche tutti gli altri effetti sia positivi (come il risparmio di tempo, la riduzione dell’inquinamento o una maggiore sicurezza) che negativi (come l’impatto ambientale o i disagi durante i lavori). Tutto viene tradotto in valori economici per capire se, nel complesso, il progetto conviene alla società.

L’Analisi Costi Benefici del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è stata aggiornata nel 2024 seguendo le Linee Guida europee e nazionali sulla base dei costi e benefici diretti e indiretti prodotti dal progetto. In particolare:

  • Linee guida operative per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche – settore ferroviario (26/10/2021)
  • Linee guida operative per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche – settore stradale (7/7/2022)

L’analisi rispetta, inoltre, i criteri indicati nel documento “EU Grants: CINEA* Guide on economic appraisal for CEF-T Transport Projects”, requisito necessario per accedere ai contributi nell’ambito del programma Connecting Europe Facility.

* CINEA: Agenzia Esecutiva Commissione UE per il clima, l’infrastruttura e l’ambiente. Gestisce la decarbonizzazione e la crescita sostenibile. European Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency

ANALISI COSTI E BENEFICI

L’Analisi Costi Benefici (ACB) è un metodo che serve a capire se un progetto pubblico porta più vantaggi che svantaggi per la collettività, confrontando tutti gli effetti positivi e negativi rispetto a uno scenario di riferimento (cioè la situazione che si avrebbe senza il progetto, chiamata “scenario di base”). Tiene conto non solo dei costi necessari per costruire l’opera, ma valorizza anche tutti gli altri effetti sia positivi (come il risparmio di tempo, la riduzione dell’inquinamento o una maggiore sicurezza) che negativi (come l’impatto ambientale o i disagi durante i lavori). Tutto viene tradotto in valori economici per capire se, nel complesso, il progetto conviene alla società.

L’Analisi Costi Benefici del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è stata aggiornata nel 2024 seguendo le Linee Guida europee e nazionali sulla base dei costi e benefici diretti e indiretti prodotti dal progetto. In particolare:

  • Linee guida operative per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche – settore ferroviario (26/10/2021)
  • Linee guida operative per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche – settore stradale (7/7/2022)

L’analisi rispetta, inoltre, i criteri indicati nel documento “EU Grants: CINEA* Guide on economic appraisal for CEF-T Transport Projects”, requisito necessario per accedere ai contributi nell’ambito del programma Connecting Europe Facility.

* CINEA: Agenzia Esecutiva Commissione UE per il clima, l’infrastruttura e l’ambiente. Gestisce la decarbonizzazione e la crescita sostenibile. European Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency

Principali concetti e risultati

Nell’ACB, i “Benefici” rappresentano i vantaggi che un progetto apporta alla collettività nel tempo, come il risparmio di tempo, la riduzione dell’inquinamento, e l’incremento dell’accessibilità. I “Costi” rappresentano l’insieme delle risorse per realizzare, gestire e mantenere il progetto. Non si limitano alla spesa pubblica, ma includono anche eventuali effetti negativi sull’ambiente, sul territorio o sul tessuto sociale. Tutti gli effetti considerati vengono espressi in termini monetari per permettere un confronto oggettivo. Un indicatore sintetico centrale dell’ACB è il Valore Attuale Netto Economico (VANE), che misura il valore netto dei benefici generati dal progetto al netto dei costi, attualizzati nel tempo. Un VANE positivo indica che l’investimento produce un valore aggiunto per la società.

Un altro indicatore rilevante è il Tasso Interno di Rendimento Economico (TIRE), che esprime il rendimento annuo medio dell’investimento per la collettività. Maggiore è il TIRE, maggiore è la convenienza economica del progetto rispetto allo scenario senza intervento. I risultati hanno dimostrato che la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina è in grado di contribuire in maniera molto significativa al miglioramento del benessere collettivo, apportando importanti benefici alla collettività nazionale, migliorando sia gli aspetti economici sia quelli ambientali.

Considerando un costo dell’investimento pari a 13,5 miliardi di euro, l’analisi ha prodotto:

  • un VANE di 3,9 miliardi di euro (valori attualizzati 2023 e calcolato applicando il tasso di sconto sociale del 3%)
  • un TIRE del 4,51%. Il Tasso Interno di Rendimento Economico è quel tasso che, considerando la distribuzione temporale dei “Benefici” e dei “Costi” di un progetto, ne esprime, in media, il relativo rendimento annuo. Più il TIRE è alto, maggiore sarà il rendimento dell’investimento e quindi il vantaggio per la collettività. In particolare, la collettività vedrà aumentare il proprio benessere del 4,51% annuo rispetto alla situazione attuale.

I benefici: il risparmio di tempo e la riduzione di emissioni

Il principale beneficio socioeconomico atteso è rappresentato dal risparmio di tempo nei collegamenti tra Sicilia e continente.

Il Ponte sarà in grado di garantire tempi medi di attraversamento di circa:

  • 15 minuti per i servizi ferroviari diretti tra Villa San Giovanni e Messina Centrale, rispetto agli attuali 120 minuti per i treni passeggeri e almeno 180 minuti per i treni merci, e di circa
  • 10/13 minuti su strada (tra lo svincolo di Santa Trada e lo svincolo di Giostra), rispetto agli attuali 70 minuti per le auto (Terminal San Francesco) e 100 minuti per i veicoli merci (Terminal Tremestieri).

Con l’apertura del Ponte si prevede un importante trasferimento di quote di traffico verso la modalità ferroviaria, anche considerando il trasferimento su ferro del trasporto marittimo di medio-lungo raggio e dei passeggeri dal trasporto aereo all’alta capacità ferroviaria. Questo trasferimento modale permetterà una riduzione di circa 200.000 tonnellate di CO2 all’anno.

A livello complessivo, tenuto conto dei trasferimenti modali in favore della ferrovia, nell’arco temporale 2024-2063, si stima una riduzione di circa 12,8 milioni di tonnellate di CO2  una quantità che tiene conto anche di circa 2 milioni di tonnellate di CO2 generate durante la fase di costruzione. Ai fini della valutazione economica, la stima dei benefici legati alla riduzione delle emissioni di CO₂ è stata prudenzialmente tarata per tenere conto dei miglioramenti attesi in termini di efficienza energetica dei mezzi di trasporto e dei carburanti, inclusi quelli del settore marittimo.

ALTRI STUDI SOCIOECONOMICI

ALTRI STUDI SOCIOECONOMICI

I costi dell’insularità per la Sicilia

Nel 2020 è stato realizzato lo studio “Stima dei costi dell’insularità per la Sicilia” a cura del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici della Regione Siciliana (NVVIP) e del Servizio Statistica ed Analisi Economica dell’Assessorato all’Economia della Regione Siciliana con il supporto dell’Istituto di Ricerca Prometeia. I principali risultati hanno dimostrato che l’insularità intesa come discontinuità territoriale determina delle ulteriori specificità di natura economica, trasportistica, ambientale, sociale e demografica che si traducono in un oggettivo svantaggio rispetto ai territori continentali come rilevato nella vasta letteratura di riferimento. Una stima econometrica quantifica il costo dell’insularità per la Sicilia in circa 6,54 miliardi di euro pari al 7,4 per cento del PIL regionale (a valori correnti dell’anno 2018). La realizzazione del Ponte contribuirà in maniera sostanziale alla riduzione di tali costi.

Analisi d’impatto socioeconomico del cantiere

Nel 2024 è stata elaborata un’Analisi d’impatto socioeconomico del cantiere del ponte sullo Stretto studio da parte di Open Economics, in collaborazione con Unioncamere Sicilia, Uniontrasporti, con la Camera di Commercio Palermo e Enna e il patrocinio della Regione Sicilia. I principali risultati hanno dimostrato che l’investimento  di 13 miliardi e mezzo di euro, agendo come stimolo all’economia nazionale, determinerà un impatto positivo sul Pil di oltre 23 miliardi complessivi, con un effetto moltiplicatore della spesa pari a 1,71. I dati alla base dell’analisi – forniti da Uniontrasporti, Stretto di Messina Spa, Istat e Banca d’Italia – sono stati utilizzati per alimentare un modello macro economico di tipo “Matrice di Contabilità Sociale (SAM)” in linea con le prassi valutative internazionali. In questa prima fase l’analisi ha valutato gli effetti del periodo di cantiere, ovvero degli effetti della spesa per la realizzazione dell’opera in termini di ricadute estese dirette e indirette (spillovers) sull’economia italiana nel suo complesso.

I 23,1 miliardi di Pil vengono generati in via diretta (5,9 miliardi, pari al 26% del totale) per effetto della spesa in beni e servizi nei settori produttivi coinvolti per la costruzione; in via indiretta (3,8 miliardi, pari all16% del totale) come risultato dell’attivazione delle catene del valore; e in maniera indotta (13,4 miliardi pari, al 58% del totale) per effetto della reimmissione nel sistema economico dei redditi da lavoro e capitale e del reinvestimento delle entrate fiscali prevalentemente sotto forma di spesa pubblica.

Per quanto riguarda gli effetti sul fisco, il cantiere del Ponte determinerà 10,3 miliardi tra gettito diretto (6,9 miliardi) e indiretto (3,4 miliardi).