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C’è il rischio che un maremoto danneggi il Ponte sullo Stretto di Messina?

Il tema dei maremoti/tsunami è stato preso in esame sin dai primi studi considerando le tre principali tipologie di eventi che possono generarli.
I maremoti in generale, incluso quello che ha colpito Messina in seguito del terremoto del 1908, sono generalmente prodotti da tre tipi di eventi:

  • Terremoti con epicentro in mare o anche in terraferma ma in prossimità della costa: appartengono a questa tipologia il sisma del 1908 dello Stretto di Messina e quello del 5 febbraio 1783 nella Piana di Gioia Tauro.
  • Eventi vulcano-tettonici (esplosioni, collassi dell’orlo calderico, collassi di accumuli di depositi) dell’arco eoliano o di uno dei vulcani sottomarini del Tirreno, come i Monti Marsili e Vavilov. Lo tsunami che devastò Stromboli è stato generato dal collasso della Sciara del Fuoco di Stromboli del 30 dicembre 2002.
  • Grandi frane di versanti costieri o di scarpate subacquee, come avvenne per la frana del Monte Pacì, vicino Scilla, del 6 febbraio 1783, innescata da una replica del terremoto del giorno prima nella Piana di Gioia Tauro

Le strutture vitali del Ponte non sono esposte ad alcun rischio – anche in fase di costruzione in quanto:

  • i cavi, gli ancoraggi e l’impalcato sono “fuori portata” per le onde in quanto situati ad altezze di oltre 60 metri sul livello del mare;
  • le torri, che sono dimensionate per far fronte alle azioni sismiche e del vento, sono dotate di solide e profondissime fondazioni nel sottosuolo, non sarebbero danneggiate da onde di altezza anche superiore di quelle in questione.